Non contento di tutto ciò, cercavo di capire come la grande fantasia di Leonardo da Vinci si manifestava e come e da dove attingeva la forza scatenante della sua creatività: allora mi sono detto che oltre al dono divino esiste anche la natura intorno a noi e quindi dapprima ho osservato attentamente un filo d'erba e successivamente ho realizzato alcune opere per 'immortalare' in esse quelle che erano le mie intuizioni.
L'opera dal titolo "Un filo d'erba", singolare nella sua ricerca, viene concepita come azione artistica che va oltre il vedere e oltre la plasticità del colore e delle forme scultoree, per fermarsi ad immortalare dentro di sé la forza scatenante di alcune geniali idee del genio per eccellenza Leonardo da Vinci.
Il Nostro, che si autodefinisce Leonardo da Galatina e cittadino del mondo, in relazione all'opera esposta si esprime con queste parole: "I fili d'erba sono preziosi ai miei occhi ed a quelli di Leonardo perché contengono molteplici soluzioni di impiego industriale, oltre che a quella di dare frutto per alimentare la vita, nutrendo l'uomo e gli animali.
Un filo d'erba sezionato = una cannuccia per bere una bibita;
Un filo d'erba sezionato nella giusta misura = una trombetta;
Un filo d'erba = un cappio per catturare le lucertole;
Un filo d'erba sezionato = una canna di fucile, un cannone, un tubo per trasportare acqua;
Un filo d'erba = un cannocchiale, una canna telescopica.
Accostando più fili d'erba l'uno all'altro si può creare un impianto di irrigazione oppure è possibile trasportare la benzina nel motore; un filo d'erba può essere curvato come le vene del corpo umano, essendo tubolare; un filo d'erba è un filo d'erba e rimane tale senza bisogno di alcun orpello o cornice per essere apprezzato, esso ha un trafila propria, infatti un proiettile sparato da un singolo filo d'erba viene ricondotto soltanto a lui e basta. Di esempi da fare ce ne sarebbero tanti, ma l'importante è capire il concetto, cioè che un filo d'erba ha già in sé la propria essenza.
Concludendo Leonardo da Galatina dice: "Se Leonardo da Vinci mi avesse invitato a cena a casa sua, in un primo momento non sarei mai andato a mangiare su quel tavolo dove egli sezionava i cadaveri per portare avanti i suoi esperimenti, ma oggi, alla luce di quello che vedono i miei occhi, sarei felicissimo di entrare nella sua casa non solo per mangiare, ma anche e soprattutto per cercare di carpirgli e capire meglio la sua diversa capacità nel vedere".